riflessioni

28-set-2007 11.22
Cari amici di Alberto, ho letto con sgomento la storia del vostro amico. Non vi conosco di persona, non ho conosciuto Alberto, ma ciò non toglie che io mi senta vicina al vostro dolore e dispiaciuta enormemente perchè una Vita è stata stritolata e divorata dai soliti meschini ingranaggi del perbenismo, pressapochismo in altre parole della solita idiozia imperante. Sono un medico psicoterapeuta da sempre antiproibizionista e contro l'impiego indiscriminato degli psicofarmaci. Inoltre, odio costituzionalmente tutte le storie di "gossip" come si dice oggi o di pettegolezzo e calunnia. Non è il caso di ribadire che certa stampa è abominevole. Non è al servizio della libera informazione, ma al bisogno della gente di poter "sapere" notizie brutte sul vicino l'amico, il conoscente e quant'altri. Una volta esistevano le chiacchiere di cortile oggi esiste certa stampa che butta in pasto le presunte colpe del malcapitato di turno. E poi, se fate caso... se ad essere beccato con sostanze definite d'abuso, messe fuori legge da un sistema proibizionista infarcito di buonismo e finto moralismo, è un cd VIP esiste un'adorante ipocrita condiscendenza come se l'essere ricchi, famosi ed altro, sia un passepartout per la decisa e legettimata illegalità, ma se capita che un solerte carabiniere becchi una persona semplice, e se a lui si accoda il giornalista avido di notizie e cinico, non esiste assoluzione, la crocifissione è dietro l'angolo. Le persone fragili e vulnerabili si piegano al vento del perbenismo di facciata, qualcuno si spezza per sempre. Ricordiamo i loro nomi, le loro vite, ma vi prego, non dite che siamo tutti colpevoli, perchè noi siamo qui a scrivere e testimoniare e dobbiamo renderci conto che non possiamo dire che le colpe di tanti ricadono su tutti. Nel Vecchio Testamento è stato scritto "Ne uccide più la lingua che la spada" verità sacrosanta, segno che certi mali sono endemici a certa umanità. Ma il profeta ha anche scritto "Solo il resto d'Israele si salverà". Possiamo avere la presunzione di essere quel resto? Caro Alberto, non ci sono parole per te, solo il dolore ed il rammarico. La tua morte ci obbliga a riflettere e a renderci ancora più consapevoli che è una libera scelta non essere parte del gregge accondiscente e pago di brucare l'erbaccia del pressapochismo e del gusto morboso del sensazionalismo.

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