ALBERTO VIVE!

20 Dic 2007 01:18

ALBERTO VIVE!
Con Alberto se ne è andato un pezzo di ognuno di noi ma il suo ricordo ci deve rendere più forti e intransigenti nel non commettere gli stessi errori. La sua morte è più simile ad un omicidio scaturito da un deleterio effetto collaterale insito nella società funesta in cui viviamo. E' davvero miserabile la cattiva fede degli organi d'informazione locali nel non volere fare autocritica ammettendo le proprie colpe. Sì, colpe!Tralasciamo per un attimo le debolezze insite nell'essere umano che spingono in alcuni casi all'annientamento di se stessi. Quest'aspetto non può diventare l'alibi di chi non è capace di ammettere le proprie responsabilità. C'è una piccola differenza, in realtà mastodontica, tra la cronaca di un episodio criminoso e uno legato ad un consumatore di droga leggera!In questa semplice differenza si cela tutta la mediocre deontologia professionale di taluni operatori dell'informazione locale!Se è giusto per legge riportare in un articolo i dati sensibili di chi si è macchiato di reati, ben altro rispetto merita un semplice consumatore! Il mediocre giornalismo locale non può nascondersi dietro un dito! Dovrebbero avere un atteggiamento univoco sulla questione, cioè o decidono di rispettare la privacy del consumatore o è inutile fingere di voler omettere i nomi degli interessati per poi renderli riconoscibili attraverso indicazioni di professione, età, domicilio e quant'altro!
Questo finto buonismo nasconde l'interesse per lo scandalismo becero ritenuto utile a vendere qualche copia di giornale in più! Lo sappiamo e ne abbiamo le prove, provate a smentirci!Vi porto un esempio lampante sulla questione. Non molto tempo fa, si paventava la possibilità di pubblicare sulla stampa le targhe degli automobilisti che andavamo a consumare sesso a pagamento con le prostitute, nuove schiave del terzo millennio. La potenza della privacy veniva usata dalla politica come arma di minaccia contro i consumatori di sesso.
Non entro nel merito della proposta, ma vi invito a ragionare.
Di fronte al rischio di diffusione della privacy si è alzata una sollevazione popolare che ha fatto ritirare la proposta! Allora, se siamo consapevoli sul serio della potenza della privacy di ogni individuo perché non riconosciamo la stessa dignità ad un ragazzo
finito nella cronaca solo perché era un consumatore di marijuana? Ma noi la riconosciamo a differenza di chi perde la ragione nel proporre un lavoro di giornalismo avvelenato dalla corsa alla vendita scandalistica o funzionale ad una parte politica, ad una polemica politica che niente ha a che vedere con la sensibilità e la dignità di un qualunque consumatore di droghe leggere. Sono balordi quei giornalisti, ma soprattutto quegli editori, che non vogliono ammettere le proprie colpe! Si nascondono dietro un finto perbenismo che dimostra solo quanto siano distanti dalla gente e dalla società diffusa. Dicono:"Noi non c'entriamo, se ha compiuto quel gesto doveva avere dei problemi","A chi vuoi che importi il nostro articolo, c'è già chi dice che (Alberto) non aveva voglia di lavorare". Peggio ancora. Sono gli stessi che non conoscono la differenza tra droghe pesanti e leggere, tra morti per alcool e morti bianche. Sono gli stessi che si consultano per ore e per giorni per evitare di dover pubblicare nomi di personalità eccellenti o politici, faccendieri o aziende, finiti sotto indagine per fatti criminosi conclamati. In quel caso, la tutela della privacy è fondamentale se non si vogliono perdere finanziamenti pubblici e coperture politiche! Decidere di dare tutto quello spazio, e in quel modo, alla "notizia" di Alberto è il movente dell'omicidio, della sua morte. Una notizia che in altri
luoghi sarebbe stata cestinata, quì diventa da prima pagina!Alcuni
pseudo giornalisti(tali solo perché disposti ad allinearsi senza coscienza a posizioni dominanti precostituite in una lobbyeditoriale) decidono di pubblicare quella finta notizia come merce di scambio con le forze dell'ordine!Questi si sentono in dovere di ricambiare i favori alle forze dell'ordine in modo da accattivarseli per ricevere notizie in modo più assiduo! Spesso, a causa della loro distanza dalla società che vive e opera tutti i giorni nel territorio, i giornalisti senza notizia decidono di pubblicare insignificanti operazioni di "sicurezza" solo per ringraziare un appuntato che fa bene il suo lavoro o che, in passato, ha fatto grandi operazioni ma che ora è in depressione! Allora, è giusto che anche gli amici di Alberto conoscano queste meschinità! Continuate e continuiamo a lottare...proponiamo un volantino contro la stampa che crea stereotipi e mostri. Denunciamo la stampa ogni volta che minaccia a calpesta la dignità di persone indifese. Creiamo un osservatorio contro gli abusi della stampa, raccogliamo le proteste, promuoviamo incontri, dibattiti e manifestiamo sotto le redazioni se sbagliano. Siamo noi gli amici di Alberto per un'informazione libera!
Un precario (ma coerente e felice) operatore dell'informazione

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